«Ad alcune persone non piace cambiare, ma è necessario ab- bracciare il cambiamento, soprattutto se l’alternativa è il disastro»: lo dice chiaramente Elon Musk, eclettico imprenditore e inventore conosciuto ai più perché a capo della casa automobilistica Tesla nonché convinto sperimentatore della guida senza conducente, anche se impegnato pure in progetti avveniristici come lo studio d’interfacce che connettano cervello umano e computer 33. Gli studi di Musk sono l’emblema dell’evoluzio- ne tecnologica applicata alla new mobility 34, nuova frontiera dei trasporti che non tiene conto solo dei test sulla guida automatica, affidata a un computer, ma anche e soprattutto del più ampio concetto di sostenibilità. Sembrano lontani i tempi in cui il meccanico metteva mano a una vettura dopo averne sentito i rumori in ogni minima tonalità. Eppure, tra il motore a scoppio e la rivoluzione hi-tech in atto oggi, rimarranno saldi due pilastri del comparto auto: il produttore e il riparatore. Ne è fermamente convinto Fabrizio Olivier, che nel suo curriculum, oltre alla carica di a.d. di Unit Group, inserisce a buon diritto il titolo d’innovatore nell’ambito dell’aftermarket au- tomobilistico, catena composta da un’ampia varietà di operatori: produttori indipendenti, distributori di accessori auto e di componenti sostitutive, manifatture di accessori da gara- ge, distributori di manuali per la modifica e manutenzione dei veicoli, centri di test e collaudo, produttori di olio motore e lubrificanti. Olivier, infatti, ha seguito in prima persona l’evoluzione del comparto, avendo chiaro in mente che il mercato si sta progressivamente arricchendo di realtà e professionali- tà in grado di proporre sul mercato prodotti ad alto contenuto tecnologico e rispondenti ai mutamenti in atto nella filiera. Le trasformazioni che stanno interessando il mondo della componentistica auto non si limitano solo alla sfida del veicolo con- nesso, ma coinvolgono anche nuovi paradigmi e nuovi modi di vivere la mobilità, a cominciare dal motore ibrido o elettrico e dalla guida autonoma.
33 Elon Musk nasce a Pretoria, in Sud Africa, nel 1971. Naturalizzato americano, è cofondatore e a.d. del gruppo automobilistico Tesla; tra l’altro si occupa del- lo sviluppo e della produzione di veicoli spaziali di nuova generazione, attra- verso la società Space exploration technologies corporation, di cui è a.d. Tra le sue principali iniziative imprenditoriali c’è stata anche la co-fondazione del sistema di pagamenti digitali PayPal.
34 Secondo una recente analisi sul settore automobilistico, svolta dalla multinazionale di consulenza strategica McKinsey, sono stati individuati quattro trend che cambieranno l’auto e di conseguenza il settore automobilistico del futuro. Le tendenze cui prestare attenzione sono la conversione all’elettrico, la nuova mobilità, la guida autonoma e la connettività. Report McKinsey 2016, a cura di Paul Gao, Hans-Werner Kaas e Detlev Mohr, rispettivamente direttori dell’ufficio di Hong Kong, Detroit e Stuttgart di McKinsey.
In questa trasformazione Unit Group, centralizzando tutte le attività comuni attraverso un modello di gestione unico e performante, coordina le operazioni ed eroga servizi a diver- se aziende impegnate nel settore automotive. Assiste i consorziati per ogni questione relativa al funzionamento e all’at- tività della loro impresa. Nella fattispecie, il percorso di Unit Group che ha portato al radicamento territoriale è lungo 35 anni, da quando il padre di Fabrizio perde il lavoro a inizio anni Ottanta, in concomitanza con l’incremento delle vetture straniere. Il parco circolante, composto prevalentemente da auto italiane come Fiat , Alfa e Lancia, si arricchisce di una forte presenza di auto francesi e tedesche e successivamente asiatiche, con nuovi motori e nuove tecnologie. Si giunge così alle più recenti innovazioni green (è il momento, per esem- pio, dell’introduzione dello start & stop su auto Fiat, mecca- nismo che spegne in automatico il motore quando il veicolo è in sosta, onde contenere il consumo di carburante e l’usura del motore stesso). La famiglia Olivier si concentra quindi sul mercato dei ricambi e dei servizi rivolti alle officine meccaniche, dando vita a quello che adesso è Unit Group, un consorzio che riunisce 21 imprese. Dagli anni Ottanta si arriva alle soglie del 2000, quando irrompe nel mondo automotive la seconda rivoluzione, quel- la della diagnostica elettronica. È il momento che corrispon- de alla nascita della nuova figura professionale che diventerà poco più avanti il meccatronico. «All’epoca si è parlato di sin- drome da cofano», ricorda Fabrizio Olivier, «volendo descri- vere lo spaesamento degli artigiani dell’auto, che avevano letteralmente il timore di non sapere più dove mettere le mani, visto che il cuore della vettura diventava sempre più elettro- nico». Anche in questo caso, comunque, gli Olivier affrontano le trasformazioni e si distinguono eccellendo, nel 2003, con il premio GiPA 35. Come legale rappresentante di Autoricambi Latina, Fabrizio Olivier viene infatti nominato “Miglior ricambista d’Italia” aggiudicandosi, grazie al progetto Rapidoo – Il primo network innovativo per le officine italiane, il Trofeo dell’eccellenza GiPA destinato alle aziende che più di tutte apportano innovazione nel mercato automotive. Nel 2017 sempre GiPA, stori- co riferimento per i professionisti del post-vendita automotive, conferisce a Tekné Consulting, un’altra azienda del gruppo, il Trofeo dell’eccellenza riconoscendo così la qualità dei servizi offerti anche a livello internazionale.
35 GiPA automotive aftermarket intelligence è il punto di riferimento per i pro-tagonisti del post-vendita auto.
Determinazione che ha contribuito a dare, nel 2011, l’attuale configurazione al consorzio come vero e proprio ecosistema che offre un aiuto ai suoi partner nelle principali aree strategi- che del business (dall’Information technology all’internazionalizzazione, dalla consulenza legale alla gestione delle risorse umane). È in questa fase che viene avviato il piano di ricerca e sviluppo, chiamato Symbiosis, che ha come obiettivo quello di introdurre in tutte le aziende coinvolte il paradigma Impresa 4.0, oltre alle tecnologie abilitanti in grado di recepire tutta la potenzialità del 5G nella gestione del big data. «Innovare è necessario ed è un’esigenza dettata da fatti e numeri incontrover- tibili», dichiara Olivier. «L’Italia ha una delle flotte più vetuste d’Europa, punto di partenza che spinge e spingerà tantissimo il mercato dell’autoriparazione». Per quanti anni ancora non è dato saperlo, ma la vera sfida è organizzare la filiera, integrarla e prepararla all’arrivo della rivoluzione digitale. Ogni anno gli italiani spendono oltre 30 miliardi di euro per riparare l’auto 36, con l’independent aftermarket che copre circa il 60% del giro d’affari. Sia dal punto di vista del riparatore (con il produttore a monte dell’innovazione tecnologica) sia da quello del singolo cittadino, dunque, i cambiamenti saranno tantissimi, senza dimenticare che le competenze da acquisire in officina, legate alla componentistica avanzata, come più in generale nella ge- stione di tutto il back office, saranno sempre meno collegate alla manualità e sempre più ancorate al concetto, usando un termine caro alla old economy. L’avanzata dei nuovi “digital player” come Google, Amazon ed eBay stanno modificando profondamente il modo in cui guidatori/utenti dei veicoli stradali si confrontano e interagiscono
36 Stima sull’anno 2018 dell’Osservatorio Autopromotec, rassegna espositiva annuale dedicata all’aftermarket automobilistico.
con i due segmenti del mercato aftermarket dell’automotive: il segmento dei servizi (es. manutenzione e riparazione) e il segmento della vendita e distribuzione di componenti/accessori. La digitalizzazione dei due segmenti sta comportando “l’allon- tanamento” dei clienti dai tradizionali canali di vendita e manutenzione. L’ingresso di player digitali nel retail aftermarket b2c (business to consumer), sia per motivi di prezzi più concorrenziali che per maggiore vastità di offerta, sta comportando un aumento sempre maggiore della pressione competitiva per i canali tradizionali, riducendo le percentuali di mercato dei “classici” negozi fisici. Analisi di mercato prevedono che le vendite online b2c raggiungeranno il 15% entro il 2020, ed il 70% entro il 2030. Al fine di mantenere sufficienti quote di mercato e/o di cogliere nuove opportunità di vendita, sfruttando le innovative opportunità digitali, i tradizionali membri “fisici” del settore retail e di assistenza dovranno comprendere e sfruttare le nuove occasioni fornite dall’informatica e dalle smart technology. Lo sviluppo di veicoli sempre più tecnologi- camente evoluti e connessi, oltre a trasformare l’assistenza e la manutenzione dei mezzi da meccanica a informatica, sta modificando anche il modo con cui i guidatori/utilizzatori interagiscono con questa assistenza. I nuovi software di supporto alla guida e di localizzazione del veicolo, oltre a semplificare e rendere più sicura l’esperienza di viaggio, permettono, e per- metteranno sempre più, un’analisi predittiva e intelligente del- la necessaria assistenza e manutenzione del mezzo. Attraverso analisi avanzate dei nostri spostamenti, delle nostre abitudini al volante e all’interno del veicolo, il veicolo stesso sarà sempre più in grado di prevedere possibili danni, guasti e malfunzionamenti a cui si potrà andare incontro, avvertendo in anticipo l’utente dei rischi in cui sta per imbattersi, dei possibili danni che ne potranno derivare e fornendo possibili soluzioni e pos- sibili canali con cui risolvere questi problemi. Cambia il modo in cui le tradizionali officine auto dovranno trattare, gestire e riparare i veicoli così come cambia il modello di business con cui si dovranno interfacciare per adattarsi ai nuovi mercati e ai nuovi modi di spostamento. Nuovi trend di viaggio vedono sempre meno l’automobile come mezzo proprio di libertà allo spostamento. Oggigiorno, la mobilità è vista come uno stru- mento per il conseguimento di altre finalità e, di conseguenza, viene sempre più considerata come un oggetto da vendere e un servizio da fornire (MaaS = Mobility as a Service). Aumentano sempre di più i fornitori di questi servizi, sia in modo diretto, con una flotta propria, come le aziende di car sharing (Enjoy con le Fiat 500, Car2Go con le Smart), sia in modo indiretto, affiliando alla propria società diversi autisti proprietari dei veicoli con cui vengono forniti i servizi di mobilità, come Uber e Lyft. Queste modalità di spostamento comporteranno una contrazione del parco veicoli circolante. Sempre meno persone avranno e adopereranno un mezzo proprio e di proprietà per muoversi. Il nuovo modello di business, con cui le diverse società di assistenza ai veicoli e di officine meccaniche dovranno confrontarsi, si baserà su una riduzione del numero di veicoli in movimento, un aumento delle flotte aziendali e di servizio e, di conseguenza, un aumento dell’utilizzo medio (in tempo e in chilometri) delle singole autovetture. Per questo, afferma Olivier, «la user experience migliorerà, a partire proprio da un alleggerimento della funzione di guida umana, garantendo la massima fruizione della vettura stessa. Mi sbilancio», scommette Olivier, «sulla futuribile evoluzione delle quattro ruote, che potrebbero essere molto simili a dei veri e proprio droni guidati a distanza». Ma il futuro per Unit Group è già dietro l’angolo, in un mercato che lentamente abbandonerà il motore a scoppio per quel- lo ibrido o elettrico, in cui la sharing mobility e la circular economy avranno un peso enorme, accelerando la selezione della flotta esistente. L’aftermarket diventerà maggiormente ecosostenibile (pensi alla componentistica di pregio rigenerata e preferibile a un pezzo nuovo prodotto dall’industria asiatica) e più automatizzato grazie alla presenza di bot 37. Applicazioni su misura saranno ideate per le esigenze del guidatore e in base alle caratteristiche della vettura. Di ogni possibile danno, in- fine, saranno previsti i tempi di riparazione grazie a una pre- diagnostica accurata.
Dall’autofficina all’officina delle menti
Neuroni scatenati, giovani menti che fervono, pronte a con- taminarsi per realizzare prodotti e servizi innovativi, traducendo idee in formule matematiche e dando così una forma persino ai sogni: succede tutto questo all’interno del laboratorio all’avanguardia di Unit Group, un’officina delle menti dove risuona una sinfonia di pensieri a cui contribuiscono tanti progettisti, perché «c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti», come sosteneva Henry Ford 38. E infatti, Olivier persegue il progresso, convinto che la tecnologia sia uno strumento funzionale e al contempo condivisibile, replicabile in molteplici settori. Si lavora affin- ché un’ordinata ed efficiente digitalizzazione dei processi pos- sa essere applicata agli ambiti più disparati, fino a ipotizzare di svincolare l’azienda dal core business dell’automotive , grazie al varo di nuove linee di sviluppo. In fin dei conti è questa l’au- tentica innovazione scritta nel dna di Unit Group.
37 Quando si parla di bot, oggi ci si riferisce a dei veri e propri algoritmi di intelligenza artificiale in grado di analizzare e comprendere, in maniera più o meno esatta, il linguaggio di utenti in carne e ossa che interagiscono con loro.
38 Henry Ford (1863-1947) è stato uno dei fondatori della Ford Motor Company. Il suo nome è legato, nell’epoca moderna, alla concezione della catena di mon- taggio industriale.
«Abbiamo dato vita a un incubatore di idee», sostiene Olivier, «un Open innovation center con l’obiettivo di una diffusione collaborativa della conoscenza. Le idee innovative devono poter essere reciprocamente integrate con i prodotti o i servizi già esistenti e cocreare ulteriore nuova conoscenza. Una piattaforma, insomma, per generare nuovi valori e beni condivisi da tutti gli stakeholder, compresi i consumatori. L’ambizione è riuscire a determinare la nascita di un nuovo cluster di settore. Il percorso d’innovazione del gruppo», continua l’a.d., «ha ricevuto una decisiva accelerazione nel 2017 con l’avvio di Symbiosis», pianificato fin dalle basi con l’Advisor in collaborazione con il Centro di ricerca per il trasporto e la logistica dell’Università La Sapienza di Roma. Il proget- to vuole essere «l’espressione e la valorizzazione delle nostre competenze attraverso un progetto di ricerca e sviluppo. L’obiettivo è esaltare il potenziale dell’azienda, posizionandola in mercati sempre più dinamici mediante l’utilizzo di nuove tecnologie. Queste permeano ormai così tanto il nostro mondo che oggi la figura dell’autoriparatore tradizionale ha lasciato spazio al meccatronico, colui che analizza il guasto e ripara l’auto con strumenti diagnostici innovativi».
Il gruppo, in ogni fase della sua storia e del mercato, ha sempre saputo rinnovarsi partendo da un concetto semplice ma straordinariamente incisivo: realizzare sistemi di standardizzazione dei dati e traduzione degli stessi in un unico linguaggio, permettendo a ogni cliente di avere risposte tecniche aggiornate e codificate. Si è passati quindi a implementare sia servizi altamente tecnologici, come l’assistenza multicanale e multipiattaforma, sia i database, aggiornati in tempo reale e un’interfaccia organica per la gestione di tutti i processi azien- dali, dall’accettazione al checkout passando per la gestione delle garanzie. Esistono quindi percorsi su misura, in ogni di- visione strategica, per sostenere la crescita tecnica, professio- nale e imprenditoriale, come nel caso di strumenti di diagnosi che occorre tarare al millesimo per rilevare un guasto in modo puntuale, o percorsi che puntano a migliorare le performance economiche attraverso processi organizzativi più performanti. Si tratta di un lavoro complesso e accurato, realizzato da una software house interna che quotidianamente produce e commercializza sistemi gestionali, applicazioni e piattaforme per il mondo automotive. Le sfide per il futuro sono l’automatizzazione dei processi standard e l’inserimento in quest’ultimi dell’intelligenza artificiale, il tutto con tecnologie e program- mi non ancora presenti sul mercato. Il know-how aziendale oggi è trasmesso orizzontalmente, attraverso processi definiti, a un parco clienti che conta circa 5 mila autoriparatori. «Sotto il profilo della distribuzione, abbiamo realizzato una dorsale digitale per la lavorazione dell’intero processo, che metta in connessione tutti gli attori della filiera distributiva», conferma Olivier.La quintessenza di questo processo di innovazione è l’applicazione generale dei nuovi servizi tecnologici in fase di implementazione, nel laboratorio di ricerca. Tradotto: rendere i servizi universalmente spendibili su settori differenti dall’au- tomotive. La tecnologia svincolerà pertanto l’azienda dai lega- mi di appartenenza settoriale. «Una continua ricerca esaltata dal lavoro della start up innovativa Brainwave», sottolinea Olivier, «facendo funzionare quello che altro non è se non un acceleratore e incubatore che quotidianamente si occupa di analizzare, valorizzare progetti e idee verticalizzate nel settore automotive o in comparti affi- ni ad esso». Questo genere di crescita non conosce confini, tanto che con l’acquisizione del marchio eXponentia il gruppo sta cercando di portare all’estero il know-how generato in Italia, stringendo partnership in Europa tra Spagna, Francia, Grecia, Gran Bre- tagna, Paesi Bassi. «Le piattaforme tradizionali non sono più in grado di innovarsi e innovare in modo sufficientemente ra- pido, elaborando i dati per generare analisi predittive accurate. Con la crescita dimensionale del database questo problema au- menterà, costringendo l’azienda, solo in un secondo momento e quindi in ritardo, a investire per realizzare analisi in tempo reale. Errore che noi abbiamo deciso di evitare grazie al progetto Symbiosis, prevedendo subito un budget nel piano industriale al 2020». Il dato quindi, a giudizio del manager, assume sempre più valore e centralità: tutto questo è talmente vero che da tempo si è aperto un tavolo di lavoro e confronto a Bruxelles per evi- tare la blindatura dei dati e renderli invece condivisibili, attivando procedure di standardizzazione e ottimizzazione. «A questo tavolo, insieme ai grandi colossi mondiali, sediamo an- che noi», ribadisce Olivier.