Il libro
Ripartenza, 5G, contaminazione di competenze, apertura delle aziende al mercato e disponibilità a stringere alleanze per la condivisione dei saperi: è difficile costruire una casa comune della nuova economia, al cui interno la conoscenza si diffonda in tutte le direzioni veloce, efficace e pervasiva grazie alle nuove tecnologie. Ma passare dal tradizionale modello di economia chiusa all’Open innovation è una transizione fondamentale per un’Italia che non voglia rimanere un mercato obsoleto. L’obiettivo di questo libro è quindi diffondere il più possibile gli open innovation center, ossia le nuove case in cui le imprese dialoghino con università e centri di ricerca, scuole di alta formazione e partner interessanti all’interno e all’esterno della propria supply chain, senza dimenticare la possibilità di stringere accordi commerciali tra più imprese che si impegnano a contaminarsi per il perseguimento di uno specifico obiettivo, riducendo rischi e risorse e aumentando eventuali profitti.
La mia lettura
Un saggio, Open Innovation, che racconta i cambiamenti in corso nel mondo produttivo inteso nel senso più generale del termine, l’innovazione interessa ogni mercato e il modo di porre in essere le trasformazioni imposte dal mercato di riferimento può diventare fondamentale per il successo o l’insuccesso di un’azienda.
Leonardo Valle ci introduce al concetto di Open Innovation, Henry Chesbrough è stato il primo a sottolineare la differenza con l’ormai vetusta Closed Innovation:
“L’Open innovation […] è molto distante dalla cosiddetta Closed innovation, dove le attività di ricerca e sviluppo erano confinate all’interno del perimetro aziendale […] Il nuovo approccio strategico e culturale introduce invece un concetto di apertura che comprende sia idee e risorse interne sia soluzioni, strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, da tutte le realtà innovative.”
Ma quando è tramontata esattamente la Closed Innovation? Leonardo Valle spiega le tappe fondamentali del passaggio dalla Terza alla Quarta rivoluzione industriale, è il primo libro che leggo di questo autore ma mi sono resa subito conto che è un bravo divulgatore, fa molti esempi concreti per aiutare il lettore a comprendere anche argomenti che non fanno parte del suo bagaglio culturare
“Se mi dovessero chiedere qual e l’istantanea che riassume in una sola immagine la Terza rivoluzione industriale, nelle sue piu grandi contraddizioni e speranze, per me e la celeberrima foto Tank man. Siamo in piazza Tienanmen il 5 giugno 1989, un uomo coraggioso si oppone all’uso smodato della forza e della tecnologia rappresentata dai carri armati.”
“Quarta rivoluzione industriale e a diffusione orizzontale, non verticale. Cosa vuol dire? […] l’innovazione non sgorga più, verticalmente, dall’alto verso il basso.”
Perché questo modello collaudato ha finito per entrare in crisi?
Detto in estrema sintesi, i motivi più importanti sono:
- un mercato del lavoro altamente mobile e con “abbondanza” di personale qualificato;
- il venture capital che ha cominciato a finanziare idee e iniziative imprenditoriali che si differenziano. Il venture capital è l’apporto di capitale di rischio da parte di un investitore disposto a finanziare l’avvio o la crescita di un’attività che potenzialmente può raggiungere un certo grado di sviluppo;
- Il sempre più proibitivo costo dei progetti per sviluppare nuovi prodotti;
- la concorrenza di altri prodotti sul mercato molto simili a quelli tradizionali ma meno costosi.
Oggi l’Open Innovation è diventata cosa indispensabile se si vuole crescere, acquisire “innovazione” dall’esterno significa alleggerire la propria struttura di costi fissi gravosi, Leonardo Valle ci spiega strumenti come:
le “call for ideas”, concorsi aperti al pubblico e finalizzati alla raccolta di idee, progetti e servizi innovativi per risolvere problemi reali. Ci sono poi gli hackathon, vere e proprie competizioni digitali che coinvolgono persone esterne all’azienda, in primis progettisti, programmatori e sviluppatori, che si riuniscono per trovare la soluzione più innovativa a un dato problema.”
Inutile dirlo, il nemico dell’innovazione è la burocrazia e su questo argomento trovate un intero capitolo!
«Vivere è diventato un esercizio burocratico». (cit. Ennio Flajano)
Ma … Che ruolo hanno gli organismi di ricerca in questo processo?
E a proposito dei fondi comunitari, trovate una sorta di manuale d’uso per comprendere un po’ meglio come funziona questo mare magnum di cui sentiamo quotidianamente parlare nei Tg.
Interessante la parte finale di Open Innovation con una serie di “Case History”, il più famoso citato è il caso dei supermercati Conad.
Open Innovation è una lettura scorrevole, ricca di spunti di riflessione per chiunque abbia il desiderio di comprendere la società in cui viviamo.
Open innovation. Oltre la crisi: una casa comune per la nuova economia
Leonardo Valle